Heber Caramagna, Senior Executive Manager, KNET Project
11 Marzo, 2020
Fonte: https://www.state.gov/coronavirus/
1. Introduzione
Che cos’è il SARS-CoV-2?
Come è cominciato tutto?
Le prime statistiche
2. Siamo di fronte a un nuovo “cigno nero”?
Cosa dobbiamo aspettarci?
Siamo di fronte a un nuovo “2008”?
Quali sono le conseguenze per il nostro sistema imprenditoriale?
3. Come salvaguardare la continuità d’impresa?
Premessa
Le nostre 5 buone pratiche per imprese e imprenditori
4. Conclusioni
1. Introduzione
Che cos’è il SARS-CoV-2?
I coronavirus (CoV), così definiti per le punte a forma di corona che ne caratterizzano la superficie, sono una categoria di virus in grado di provocare sindromi respiratorie da lievi ad acute ([1]). I CoV si riscontrano per lo più in specie animali ma, pur infrequentemente, subiscono mutazioni tali da renderne possibile la diffusione tra esseri umani. Il virus ha fatto la sua prima comparsa in Cina sul finire del 2019 e, nel febbraio 2020, la World Health Organization (a seguire “WHO”) gli ha per la prima volta assegnato il nome SARS-CoV-2 ([2]). Nel medesimo mese l’OMS ha assegnato alla malattia respiratoria causata dal nuovo coronavirus il nome di COVID-19.
Come è cominciato tutto?
Sul finire del 2019 le autorità cinesi hanno riscontrato casi di polmonite caratterizzati dai medesimi sintomi nei pressi di Wuhan, capitale della provincia di Hubei. Le autorità hanno presto compreso come l’origine dei casi di polmonite fosse la medesima e, nello specifico, come essa fosse ascrivibile a una nuova forma di coronavirus ([1]). Il virus in questione è stato equiparato alla SARS ([2]) e alla MERS al punto da indurre le autorità cinesi (specie dopo i primi casi di SARS-CoV-2 in Tailandia e Giappone) ad avviare un protocollo di emergenza per la messa in quarantena della città di Wuhan e di altre città della provincia di Hubei, coinvolgendo nel protocollo circa 57 milioni di persone.
Le prime statistiche
In questi giorni l’attenzione dei media nazionali è principalmente rivolta al numero di contagi. La situazione in Italia alle 18:00 del 09 marzo 2020 evidenzia 9.172 casi totali attualmente oggetto di controllo, 7.985 già accertati positivi al SARS-CoV-2 (di cui 2.936 in isolamento domiciliare, 4.316 ricoverati non in terapia intensiva e 733 in terapia intensiva), 463 deceduti e 724 guariti. Inoltre in relazione al doubling time, tempo con il quale il numero di casi positivi al virus raddoppia, l’Italia mostra un risultato compreso tra i 2 e i 3 giorni, risultato questo che ben esprime la gravità dell’evento e la portata dello stesso sul nostro tessuto imprenditoriale.
2. Siamo di fronte a un nuovo "cigno nero"?
Cosa dobbiamo aspettarci?
Richard Kozul-Wright, Direttore della Divisione Globalization and Development Strategies presso l’UNCTAD, cita in 2 trilioni di dollari il costo complessivo a carico del sistema economico globale, con un rallentamento dell’economia globale (che già viaggiava a un tasso di crescita del solo 0,5% annuo) superiore al 2% per il solo 2020. Tra le aree più a rischio di recessione certamente la zona euro, con l’Italia tra i Paesi maggiormente vulnerabili non solo per via dell’attuale diffusione del virus ma, più di tutto, per le caratteristiche del proprio sistema economico. Il che rende quanto sta accadendo una tra le maggiori minacce degli ultimi anni per le nostre imprese nazionali.
Siamo di fronte a un nuovo “2008”?
Le premesse a che l’attuale scenario divenga complesso per le nostre imprese quanto quello vissuto nel 2008 (se non di più) ci sono tutte. Nel 2008, difatti, la crisi ha avuto il suo epicentro nel mondo finanziario, investendo banche e intermediari del credito, quindi riverberandosi solo dopo sull’economia reale. Al contrario, la crisi che si sta generando per via del SARS-CoV-2 ha avuto dimensioni immediatamente globali. Essa ha investito da subito il turismo, i trasporti, il commercio e la manifattura, creando un clima generale di ansia e panico. Il COVID-19 ha colpito da subito l’economia reale, impedendo alle persone di muoversi e relazionarsi in libertà.
Quali sono le conseguenze per il sistema imprenditoriale?
Le conseguenze le stiamo già in parte vivendo. Le compagnie aeree stanno subendo un colpo durissimo (la britannica Flybe è stata la prima collassare), l’hospitality e la ristorazione non sono da meno, il settore crocieristico evidenzia cali nella capitalizzazione dei grandi players superiori al 50%, il settore manifatturiero subisce l’attuale scarsa efficienza dei trasporti e delle logistiche esterne (per non parlare dei problemi connessi agli ambienti produttivi e al rischio-contagio). Date le premesse, è lecito attendersi un aumento nei prossimi 12 mesi anni nel numero degli NPL e, conseguentemente, l’aggravamento nelle condizioni di salute del comparto finanziario internazionale.
Siamo convinti che, ancor più in tempi come questi, la gestione dell’impresa debba essere focalizzata sulla liquidità e sul capitale circolante. Le imprese devono essere liquide per poter affrontare i bruschi cambiamenti che l’attuale contesto impone loro quotidianamente. Non solo. Devono avere un’efficace strategia di gestione del capitale circolante, aspetto questo che mai come ora diventa fondamentale per evitare situazioni di illiquidità e credit crunch. Salvaguardare la continuità di impresa in periodi come questo è tutt’altro che facile. Per questo presentiamo a seguire 5 buone pratiche che gli imprenditori potranno trovare di supporto in questo difficile momento.
4. Conclusioni
Se già normalmente riteniamo che la gestione della liquidità sia un fattore fondamentale nell’esercizio d’impresa, la stessa ricopre il ruolo da pivot nella gestione di un’azienda in situazione di rischio sistemico. Non fa eccezione quanto stiamo vivendo con la diffusione del SARS-CoV-2, fenomeno che già oggi appare come un nuovo cigno nero con ricadute potenzialmente catastrofiche sul nostro sistema imprenditoriale. Per questo riteniamo che gli imprenditori debbano essere informati e orientati verso quelle che riteniamo siano buone pratiche fondamentali per una corretta gestione dell’impresa in situazioni di turbolenza, incertezza e volatilità.